Il Deserto dei Tartari

di Dino Buzzati

dal 19 al 31 Marzo

LA FORTEZZA – Momento unico per tre attori soli
drammaturgia e adattamento di Massimo Roberto Beato
regia Elisa Rocca
con Massimo Roberto Beato, Alberto Melone, Matteo Tanganelli
allestimento scenico e costumi Jacopo Bezzi
musiche originali Giorgio Stefanori
aiuto regia Ferrante Cavazzuti


ORARI DEGLI SPETTACOLI

SERALE –martedì, giovedì, venerdì e sabato – ore 21
POMERIDIANA – mercoledì e domenica – ore 18


BIGLIETTI

INTERO – 15 € | RIDOTTO – 12 € 
MARTEDì, MERCOLEDì e GIOVEDì – 10 € 
(TESSERA associativa semestrale – 3 €)
info biglietti e riduzioni


Massimo Roberto Beato cura l’adattamento della vicenda, ideata da Dino Buzzati, del maggiore
Giovanni Drogo rievocata nella stanza della locanda dove egli è giunto, malato, costretto suo
malgrado, dal Maggiore Simeoni, a lasciare la Fortezza sotto assedio.
Seduto sulla poltrona, mentre osserva fuori dalla finestra la sera e la notte incombente, in
quest’ultimo atto di lucidità che precede la sua morte – e che egli vive come la sua “vera battaglia”
– la sua mente procede a ritroso per approdare a vari momenti della sua vita e domandarsi se essa
poteva o doveva essere vissuta diversamente.
Il Tenente Giovanni Drogo, neodiplomato all’Accademia Reale, è pronto a prendere servizio alla
Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si agitano in lui sentimenti contrastanti: la pena di
lasciare la casa materna, la vita comoda della città e la sensazione che grandi eventi lo stiano
aspettando. Una volta giunto però, una nuova indistinta malattia si impossessa lentamente di lui: è
l’effetto della malìa esercitata dal deserto che si intravvede dalla Ridotta Nuova al confine con il
nord, e dell’infinita attesa dei Tartari, popolo misterioso e leggendario che potrebbe attaccare da un
momento all’altro, immortalando gli abitanti della Fortezza in un destino di gloria.

Primo capitolo della “Trilogia degli sconfitti” – progetto di ricerca triennale di indagine sulla
generazione nata a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 del’900, attraverso gli echi e gli spunti
offerti sia dalla letteratura classica che dalla drammaturgia contemporanea – Il Deserto dei Tartari
offre l’occasione, attraverso il personaggio di Drogo, di riflettere sul destino degli ‘anti-soggetti’,
coloro che seppur incapaci di adattarsi a un mondo di cui non comprendono le regole, sono tuttavia
destinati a viverci. Più o meno consapevoli di essere l’incarnazione di una cultura minoritaria e
inesorabilmente condannati al fallimento quando tentano di opporsi all’arbitrarietà e inconsistenza
della vita, questi personaggi riescono a realizzare il proprio destino nel momento in cui accettano di
combattere, fino in fondo, la battaglia degli sconfitti: consci delle circostanze date essi ingaggiano,
infatti, una costante lotta interiore, dagli esiti incerti, per tradurre in atti consapevoli gli ideali
superiori di cui sono portatori.