MUNNE – ‘O MUNNO DIFFERENTE

Una produzione La Compagnia Dei Masnadieri
in collaborazione con Atto Nomade Teatro

Drammaturgia e regia Marzia Ercolani
con
Luigi Acunzo e Marzia Ercolani

Assistenti alla regia
Giorgia Calcari, Mariavittoria Rumolo Iunco
Disegno luci
Gianni Staropoli
Costumi
Flavia Migani
Scenografie
Luigi Acunzo, Marzia Ercolani

Fotografa di scena
Tamara Casula

ORARI DEGLI SPETTACOLI

SERALE –martedì, giovedì, venerdì e sabato – ore 21
POMERIDIANA – mercoledì e domenica – ore 18

BIGLIETTI

INTERO – 15 € | RIDOTTO – 12 € 
MARTEDì, MERCOLEDì e GIOVEDì – 10 € 
(TESSERA associativa semestrale – 3 €)
info biglietti e riduzioni

Futuro prossimo. Una piccola discarica metropolitana, un’ordinaria oasi di immondizia. Due esseri giacciono a terra, come angeli caduti, un folletto malato, una madonna decadente. Vivono in un anfratto, il loro tempio di macerie e spazzatura. Dimenticati da tutti, attendono che il mondo dia ancora qualche segnale. Da tempo non arriva nulla, nemmeno l’immondizia. L’ultimo ricordo del mondo li ossessiona, il calendario della raccolta differenziata il loro rosario. Giornate fatte di plastica, di vetro, di carta, di umido. Un’attesa infinita, di solitudine e dolore per lei, di speranza e gioco per lui. In questo eterno stallo arriva il momento di far emergere un nuovo mondo dalla spazzatura che lo affossa. Il momento di lasciar vivere i sogni covati da sempre, il momento di prendere coraggio, di riciclare i propri resti, le ferite, il letame, per farne il frutto della propria rinascita. Arriva il momento di smuovere le macerie, di usarle per costruire la via verso un mondo differente, verso un cranio di luce, verso un libero cambiamento interiore. Verso i cieli del di dentro, come insegna quel cranio di brace che fu Antonin Artaud.

“Ogni sogno è un pezzo di dolore che noi strappiamo ad altri esseri.” (A. Artaud)

NOTE DI REGIA

Che fine hanno fatto la cura e l’attenzione per la sacralità del mondo? Quale il domani della madre terra? Quale il destino delle cose minute? Dove volerà la purezza, dove la saggezza dello spirito infantile? Che respiro avrà domani l’atto creativo, il gioco? Una riflessione sulla bellezza delle piccole cose, sulla vita che si nasconde tra i resti, tra le macerie, tra i residui apparentemente inutili, sulla resilienza, il riciclo emotivo, la rinascita. Una carezza a questa terra, al nostro Bel Paese così maltrattato, alle donne che non hanno mai una strada facile, alla purezza dell’infanzia che viene costantemente intossicata. Il linguaggio evoca un dialetto dal sapore partenopeo che fa eco al sud tutto, tragico e meraviglioso portatore bipolare di poesia, creazione e autodistruzione. Sud come luogo interiore di ogni primaria pulsione, in cui viscere e umori non conoscono pensieri ma solo atti. Sud dal quale tutti nasciamo. Sud al quale tutti torniamo. (Marzia Ercolani)

«Anche l’anima deve avere le sue determinate cloache nelle quali far defluire la sua immondizia; a ciò servono persone, relazioni, classi, o la patria oppure il mondo oppure infine – per i più boriosi (voglio dire i nostri cari “pessimisti” moderni) – il buon Dio».

(Friedrich Nietzsche)